domenica 31 gennaio 2010
Secondo giro di boa...
Sembra ieri che ho preso la decisione di aprire questo blog.
E adesso con cosa inizio? Come funziona 'sto coso? Ah sì, ho una bella foto, quella delle Margherite di Stresa! E poi sono buonissime e i 'fiori' sono adatti come tema d'apertura.
Andatevela a vedere adesso la mia "bella foto"...
Orrore.
Quando è nato Lo Spilucchino i tempi erano ben diversi (sembra ieri eppure molte cose sono cambiate da allora) e l'urgenza della fotografia ancora non si faceva sentire. Ma questo è durato poco...
Se si ama quello che si fa, se ci si dedica con tutte le forze, è normale (e auspicabile) che si voglia migliorare. Così, dopo il primo anno, mi ero mentalmente imposta che avrei dovuto fare una svolta e che non avrei più potuto trascurare il mio blog con delle foto frettolose e così, complice anche il tempo a disposizione concessomi dal mio ginocchio rotto, giorno dopo giorno...
Come sapete, non amo molto i festeggiamenti per questo tipo di ricorrenze (dico così, ma poi ci casco ogni volta!). I compleanni però servono a voltarsi indietro per guardare la strada che si è fatta, le cose belle e le cose brutte ed è indubbio che questo piccolo spazio mi abbia dato tantissimo.
Tantissimo prima di tutto perchè mi ha dato la possibilità di interagire con VOI e poi perchè rimane uno stimolo quotidiano alla curiosità e al miglioramento che secondo me giova alla salute più della mela al giorno...
Insomma, intanto che medito su quale sarà il buon proposito per il nuovo anno, non posso che dirvi GRAZIE e invitarvi a spegnere con me questa importante seconda candelina.
giovedì 28 gennaio 2010
Insalata di pere e finocchi
Pera e finocchio.
E' da una settimana almeno che cerco di ritrovare il libro (o rivista?) in cui l'ho vista. Era un'insalata con questi due ingredienti di base e poi un sacco di altra roba. Niente, non c'è stato verso. Forse l'ho mentalmente registrata sfogliando un volume che poi non ho comprato? Mah! Per fortuna che ho scoperto di non essere la sola ad avere questi momenti di rincoglionimento...
Comunque sia, alla fine mi sono stancata di cercare e ho deciso di fare di testa mia: al dolce della pera e alla croccante freschezza del finocchio mancava solo una nota amara: ho optato per la rucola (la verdura più drammaticamente '80s di tutte!) e, per una volta, ho fatto la scelta giusta.
Insalata di pere e finocchi
per 2 persone:
1 pera abate soda e zuccherina
1 finocchio
una manciata di rucola
olio evo
sale
Frullare la rucola con l'olio e il sale (che dovrebbe così aiutare a mantenere vivo il colore) cercando di sminuzzarla il più possibile. Passare poi il liquido ad un setaccio e mettere da parte l'olio alla rucola ricavato.
Tagliare il finocchio molto sottile con la mandolina.
Lavare la pera e tagliarla allo stesso spessore del finocchio senza toglierle la buccia.
Comporre i piatti alternando le fette di pere a quelle di finocchio e terminando con l'olietto alla rucola.
martedì 26 gennaio 2010
La torta di ricotta di Daisy
Ultimamente sono in vena di colpi di fulmine. L'altroieri da Elga ho letto della sua crema di mandorle, mi sono fatta rapire dai suo puntini neri, ho cliccato sopra al link del venditore di vaniglia da lei suggerito e ho fatto l'acquisto. Durata di tutta questa operazione: due minuti.
Amore a prima vista ed immediata esecuzione (per questo c'è Mastercard!).
E così è successo anche ieri. Sono entrata QUI (nuova mammablogger che promette molto mooolto bene) e mi sono innamorata della sua torta di ricotta. Non ho fatto in tempo a finire di leggere la ricetta che già avevo acceso il forno.
A volte è proprio bello farsi trascinare dagli impulsi.
I tempi di esecuzione sono ultrarapidi e la resa è davvero incredibile.
Buona buona buona.
Con la scusa del "tanto c'è poco burro", me ne sono mangiata metà da sola...
Ho apportato solo qualche micromodifica (essenzialmente per cercare di togliere qualche altra caloria) che ho riportato tra parentesi.
Grazie Daisy, la tua torta è fenomenale!
La torta di ricotta di Daisy
200g di farina tipo 00 setacciata
200g di zucchero (ne ho usati 150g)
200g di ricotta di latte vaccino
75g di burro fuso
3 uova intere
150g di gocce di cioccolato (ne ho usati 100g)
1 dose di lievito per dolci (mezza bustina)
1 bustina di zucchero vanillinato (semi di vaniglia)
1 pizzico di sale
(una grattatina di scorza di limone)
Con una frusta, mescolare il burro fuso, le uova, lo zucchero, la vaniglia e la ricotta (meglio se setacciata). Una volta ben amalgamati, aggiungere la farina, il sale, le gocce di cioccolato ed il lievito. Versare l'impasto in uno stampo per torte imburrato ed infarinato. Cuocere per 25 minuti a 180 gradi.
venerdì 22 gennaio 2010
Risotto ai porri con barbabietola e arancia
Ve la ricordate la panna cotta coi capelli? Era un bicchierino che metteva insieme una panna cotta alla barbabietola con arancia e germogli di porro. E se siete proprio dei precisi, ricorderete anche che il trittico mi era piaciuto talmente tanto che mi ero proposta di rivederlo anche in altre preparazioni (risotto in primis).
Bè, oggi ho trovato l'ispirazione giusta...
Buon fine settimana a tutti!
Risotto ai porri con barbabietola e arancia
per 4 persone:
360g riso
240g porro mondato
80g barbabietola cotta
2 arance (scorza)
burro e parmigiano
sale e pepe
vino bianco
brodo vegetale
Far cuocere i porri in una bella noce di burro per almeno 15 minuti e a fuoco lento. Aggiungere il riso, farlo tostare e poi sfumare con il vino bianco. Aggiungere il brodo e portare a cottura.
Nel frattempo, tagliare a cubetti la barbabietola e lavare per bene l'arancia.
Una volta terminata la cottura, mantecare con burro e parmigiano e completare il piatto con una spolverata abbondante di scorza d'arancia e con i cubetti di barbabietola.
mercoledì 20 gennaio 2010
New York - la guida
Per leggere o scaricare il PDF, cliccate QUI.
Più che un racconto della nostra esperienza, ho ritenuto più opportuno creare una mini-guida con indirizzi e accorgimenti per affrontare al meglio i ritmi frenetici della Big Apple.
Spero possa esservi utile...
Buona lettura!
lunedì 18 gennaio 2010
No-knead bread alle olive
Di New York sono pronta a scrivere la guida di tutto quello che non ho fatto e che avrei voluto fare: niente cheesecake nel locale consacrato da Meg Ryan in Harry ti presento Sally, niente panino con pastrami segnalato nelle pagine di Anthony Bourdain, niente cupcakes del Magnolia Bakery e nessun pellegrinaggio alla Sullivan Street Bakery, patria del no-knead bread.
Però niente o nessuno mi ha impedito di comprare il magnifico My bread -the revolutionary no-work, no-knead method e di fare un investimento su una pesantissima pentola di ghisa che tanto ha allietato i poliziotti durante i controlli in aeroporto...
No, no. E, sia ben chiaro, è tutta colpa sua e del suo continuo stuzzicarci con i suoi magnifici pani.
Fatte queste premesse, mi domando:
"Virginia, ma perchè cavolo arrivi sempre in ritardo?!?"
Bè, non so se anche voi siete "fuori moda" come me, ma vi consiglio di aggiornarvi al più presto perchè questo pane è davvero la fine del mondo (con le olive poi, non ne parliamo).
Pane che non si impasta alle olive
400g farina forte
200g olive verdi denocciolate e tagliate
300g acqua (14-18 gradi)
3 grammi lievito secco
In una ciotola, mescolare la farina con le olive tritate grossolanamente e il lievito. Aggiungere l'acqua e mescolare con la mano o con un mestolo di legno finchè gli ingredienti sono appena amalgamati e formano una palla leggermente appiccicosa (bastano circa 30 secondi). Coprire la ciotola con pellicola e lasciare riposare a temperatura ambiente finche' l'impasto e' raddoppiato e la superficie e' coperta di bolle (12-18 ore).
Spolverare abbondantemente di farina (o crusca) la superficie di lavoro. Rovesciarvi sopra l'impasto, piegarlo in tre e dargli la forma di una palla. Mettere un panno da cucina sul ripiano, cospargerlo di crusca o farina e disporvi sopra la pagnotta, tenendo la chiusura verso il basso.
Se l'impasto e' appiccicoso, spolverarlo ancora con un po' di farina o crusca. Richiudere sopra di esso il panno e lasciarlo lievitare ancora per una o due ore. Dovra' circa raddoppiare. L'impasto e' pronto quando, affondando un dito, mantiene l'impronta senza ritornare indietro.
Circa mezz'ora prima della fine della seconda lievitazione, preriscaldare il forno a 230 con all'interno la pentola che si userà per la cottura (preferibilmente in ghisa): deve essere caldissima al momento di infornare.
Aiutandosi con il panno rovesciare velocemente il pane nella pentola, facendo in modo che la chiusura sia verso l'alto, coprire con il coperchio e mettere in forno. Cuocere per 30 minuti, quindi togliere il coperchio e lasciare cuocere ancora 15-30 minuti finche' si ottiene uan crosta scura e croccante. Lasciare raffreddare su una grata prima di tagliare.
martedì 12 gennaio 2010
Il sugolo (o sugol)
Buongiorno a tutti e ben ritrovati!
Chi è curioso di sapere delle nostre avventure nella Grande Mela credo proprio dovrà aspettare parecchi giorni anche perchè ho l'impressione che NY non finisca mai, nemmeno quando sei tornato a casa. Qualcosa ti rimane dentro e si fa sentire a scoppio ritardato. Non so se sarò mai in grado di riordinare le idee quindi nel frattempo mi dedico ai sapori antichi, a quelli di casa.
Il sugolo o sugol non è altro che un budino di mosto d'uva tipico, a quanto mi risulta, delle zone tra il mantovano e il modenese (ma correggetemi se sbaglio).
E' di una semplicità ancestrale, di sapore schietto e senza tanti fronzoli ed è proprio per questo che lo adoro.
Il sugolo
un cucchiaio di farina 00 (e un cuccchiaio di zucchero a piacere) ogni bicchiere di mosto
Stemperare per bene la farina con il mosto (prima solo con qualche cucchiaio e poi, a mano a mano col resto) aggiungere lo zucchero e portare a bollore. Far bollire per qualche minuto fino a quando non sentite una consistenza più solida e versare in un contenitore a piacere (la tradizione lo vorrebbe servito dentro ad un piatto fondo).
Far raffreddare e servire freddissimo possibilmente il giorno dopo!
lunedì 11 gennaio 2010
Cartolina da New York
P.S.: data la mia recente cagarella-ad-alta-quota non sento di poter rivendicare con certezza la paternità di questa foto. Però, in nome dell'imminente comunione dei beni, credo di poterla ritenere mia anche qualora scattata dal mio futuro sposo...
Non fa una grinza, no!?
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