sabato 31 gennaio 2009
Al giro di boa...
Eccomi giunta al primo giro di boa.
In realtà non volevo scrivere niente in merito (non amo molto i festeggiamenti per bloggeanni o cose del genere). Poi ho cambiato idea e ho stilato pagine e pagine di annotazioni su quello che è stato e su quello che mi aspettavo che fosse. E infine ho deciso di cancellarli. Di tutto questo, vi lascio una cosa sola: il perché del nome spilucchino.
Quando ancora covava in me l’idea di aprire questo piccolo spazio virtuale, avevo già ben chiaro come l’avrei chiamato.
Spilucchino (o spelucchino) è il coltello curvo che mi è stato regalato da una cara amica ristoratrice qualche anno fa e con il quale ritengo di aver ricevuto il mio “battesimo” culinario. Da quel momento in poi, è stato un crescendo continuo di interesse, passione e voglia di fare.
Ma spilucchino si rifà anche al verbo ‘piluccare’ o ‘spiluccare’, che può indicare, in senso lato, il gesto di cogliere ciò che più ci piace dagli altri e farlo proprio.
E siccome in questo anno, da voi, ho colto davvero molto, sia dal punto di vista strettamente culinario, che da quello umano, mi sento in dovere di ringraziarvi per l’affetto e la stima dimostratami e che spero, almeno in parte, di essere riuscita a ricambiare.
Vi ringrazio, dunque, nella speranza che il nuovo anno sia ancora più ricco di confronti costruttivi e di crescita reciproca.
Virginia
venerdì 30 gennaio 2009
Semolino alla nocciola e limone
Questa ricetta l'ho fatta qualche giorno fa. Avevo una voglia incredibile di dolce coccoloso, ma dati i miei scarsi movimenti pachidermici, non volevo esagerare con le calorie.
In più, mi ero appena comprata il libro sui dolci di Ducasse...così ho pensato: se ora lo apro, non avrò mai più il coraggio di farmi il mio semolino...e quindi mi sono messa ai fornelli, me lo sono pappato e poi ho iniziato a sfogliare Ducasse...
Non ricordo, davvero, l'ultima volta che ho mangiato un dolcetto così. Sono passati davvero tanti anni ed è stato curioso riscoprire proustianamente i vecchi sapori di un tempo.
Insomma, si sa, il semolino è un ingrediente povero e non particolarmente eccitante, per cui mai mi sognerei di presentarlo come dessert ad una cena...ma se avete un po' di nostalgia e avete voglia di un dolce-coccola, questo è proprio quello che ci vuole!
Data l'ovvia origine "povera" della materia prima, ho pensato di proporlo a Precisina per il suo concorso Poveri, ma belli.
Semolino alla nocciola e limone
80g di semola fine
30g di farina di nocciole
500ml di latte
la scorza grattugiata di un limone non trattato
3 cucchiai di zucchero
Portare il latte ad ebollizione e versarvi a pioggia la semola, mescolando bene con un cucchiaio. Aggiungere la farina di nocciole e la scorza di limone.
Cuocere per 8-10 minuti.
A cottura ultimata, togliere dal fuoco e aggiungere lo zucchero.
Versare nelle ciotoline e servire tiepido o freddo.
giovedì 29 gennaio 2009
Torta di arance caramellate
Mannaggia al caramello! Ogni volta che ho a che fare con lui faccio un casino. Questa torta è molto semplice. Si piazza dello zucchero sul fondo di uno stampo e lo si fa giocherellare con il fuoco del fornello...sì, ma se sei sfigato (o fortunato) e hai il vetroceramica, con che fiamella ti metti a giocare?!??
E qui nasce il casino. Perchè non posso mettere i miei stampi sul vetroceramica essendo troppo sottili per sopportare il calore diretto senza deformarsi e quindi mi tocca sfoderare il cannello in azione combinata con la vicinanza al calore della piastra. Insomma, stendiamo un velo pietoso.
Fatto sta che questa torta è proprio buona, velocissima e gradevolissima.
La ricetta originale -ricetta della mamma- risale all'inizio dei tempi. Ricordo addirittura di averla portata al liceo per una giornata di autogestione in cui io tenevo lezioni di cucina...pensate un po' a come stavo messa già male...
Comunque, l'originale prevede l'uso dell'ananas ed è molto molto buona ma, ispirata da un'idea di Elisabetta, ho deciso di tentarla anche in versione agrumosa.
Torta di arance caramellate
3 arance pelate a vivo e tagliate a fette, passate all'ultimo in padella con un filo di burro e un cucchiaio di zucchero di canna
120g farina 00
140g zucchero semolato + qualche cucchiaio di zucchero di canna per il caramello
100g burro fuso
2 uova
mezza bustina di lievito per dolci
un po' di succo di arancia (3 cucchiai circa)
Ho acceso il forno a 180 gradi.
Ho preparato il composto sbattendo le uova con lo zucchero (sbattendo, ma non montando!), aggiungendo la farina setacciata col lievito, la scorza di un'arancia grattata e, in ultimo il burro fuso e un po' di succo di arancia per ammorbidire.
Ho imburrato lo stampo (da 24) e ne ho cosparso il fondo di zucchero di canna. Con l'aiuto del cannello ho fatto caramellare lo zucchero (se avete un recipiente adatto e il fornello a gas, potete fare questa operazione sul fuoco) e vi ho adagiato ordinatamente sopra le fette di arancia ancora calde.
Ho versato sopra il composto e infornato a 180 gradi per 20-25 minuti circa (coprendo la torta dopo una decina di minuti). Prova stecchino.
martedì 27 gennaio 2009
Bigoli con acciughe e arancia
I bigoli con le acciughe sono uno dei miei piatti preferiti. Il papino è un grande esperto e ha messo a punto una ricetta tutta sua che si discosta sia dalla tradizione veneta che da quella del sud.
Sarà che sono di parte o sarà che sono un po' ruffianina, fatto sta che a mio avviso i suoi sono perfetti.
Così, per non azzardare copie, mi sono leggermente discostata recuperando una ricetta di Sigrid, riportatami alla mente dalla mia amica Marta, appena entrata nel magico mondo dei foodbloggers.
Insomma, ho fatto un bel mix, ma il risultato è stato davvero gustoso!
Ingredienti rigorosamente a occhio...
Bigoli con acciughe e arancia
per 1 persona
100g di bigoli o altra pasta lunga
6-7 filettini di acciughe sott'olio
un'arancia
concentrato di pomodoro
un pizzico di peperoncino
un goccio di aceto balsamico
pane grattato
Ho cotto la pasta in acqua non salata.
Nel frattempo ho sciolto le acciughe in un padellino, sfumato con un goccio (2 cucchiai, circa) di succo d'arancia, poi con un goccio (un cucchiaio circa) di aceto balsamico e infine ho aggiunto un pizzico di peperoncino e il concentrato di pomodoro (2 cucchiai) affinchè si creasse una bella salsina.
Ci ho saltato la pasta e infine ho dato una spolverata con pan grattato e scorza d'arancia.
domenica 25 gennaio 2009
Occhi di bue "alla Cedroni"
Per Natale il mio amichetto Phil mi ha regalato (tra le tante leccornie) un vasetto di confettura alla fragola e timo al limone di Moreno Cedroni.
Barattolo dal design unico, ripieno di altrettanta unicità.
Inibita da tanto gusto, ho meditato a lungo su quale sarebbe potuto essere il modo migliore per gustarla e alla fine sono giunta alla buon vecchia frolla.
Ho scelto però una ricetta ultragarantita: quella di Porzia, passata ormai alla storia nella maggior parte dei forum di cucina.
Occhi di bue
350g farina
150g fecola
150g zucchero a velo
250g burro
1 uovo
marmellata
Con gli ingredienti dati (tranne la marmellata) prepara la pasta frolla, lasciala riposare per almeno 1/2 ora in frigo, poi ritaglia dei dischetti di circa 5 cm di diametro e in ugual numero dischetti a cui toglierai il centro con uno stampino minuscolo.
Fai cuocere in forno preriscaldato a 180° per 10 minuti circa, non devono colorire, devono rimanere piuttosto chiari!
Togli dal forno e sul rovescio dei dischetti interi poni un po' di marmellata, sui cerchietti un po' di zucchero a velo e mettili su quelli con la marmellata.
E' tutto! Con questa pasta preparo anche i ferri di cavallo, con le punte calate nel cioccolato, cuoricini, stelle ecc...
giovedì 22 gennaio 2009
Le "erbette in crosta" di Lucia (lasagna di carasau)
Questa ricetta mi ha lasciata dubbiosa per molto tempo...finchè non me la sono ritrovata nel piatto per il pranzo di Santo Stefano a casa di mia cognata Lucia.
Sono sempre stata molto scettica nei confronti di paste, pasticci e pasticciate varie al forno, ma questa l'ho trovata un'idea carina e gustosissima...e oltretutto, molto ma molto veloce!
L'esecuzione è pari a quella delle lasagne solo che, invece della sfoglia, si usa il pane carasau leggermente inumidito.
La cosa positiva è che rimane piuttosto croccante, sicuramente più leggera delle solite lasagne e la si può condire davvero in mille modi.
Nella mia versione ho usato erbette e stracchino, ma via libera a cime di rapa, carciofi, broccoletti, insomma, a tutto quello che vi viene in mente!
Lasagna di carasau con erbette e stracchino
Per 4 persone:
200g pane carasau
400g erbette
200g stracchino
70g parmigiano grattugiato
Sale
Olio
Lavare le erbette e cuocerle per 3-4 minuti in acqua bollente salata. Scolarle, strizzarle e tagliarle grossolanamente.
Ungere una pirofila con un filo d’olio. Prendere un foglio di pane carasau, passarlo velocemente da entrambi i lati sotto l’acqua di un rubinetto e adagiarlo alla base della pirofila ricoprendone bene il fondo.
Salare e passare un filo d’olio, dunque distribuire parte delle erbette, qualche fiocchetto di stracchino e il parmigiano. Procedere a strati di pane imbevuto, olio e sale, erbette e formaggi fino ad esaurire tutti gli ingredienti.
Terminare con uno strato di pane inumidito, un filo d’olio e un pizzico di sale e infornare a 170 gradi per 15 minuti circa (o fino a doratura superficiale).
E' davvero una scemata, però può far comodo per raccogliere un po' di avanzi e per fare qualcosa di nuovo e veloce.
martedì 20 gennaio 2009
Sformatini di cavolo nero su purè di cannellini
...ovvero: una sorta di ribollita in forma!
Questa delicata ricetta appartiene a M.L. Trapanotto, ex forumista de La cucina italiana. Io l'ho provata l'anno scorso per la prima volta e non l'ho mai più mollata.
Sformatini di cavolo nero su purè di cannellini
200/250g di cavolo nero già lessato (va benissimo anche quello già lessato che si trova in alcuni supermercati)*
30g di burro
2 uova
1 scalogno
formaggio grattugiato
olio, sale e pepe
Per la besciamella:
30g di burro
2 dl di latte
20g di farina
noce moscata, sale e pepe
pangrattato per gli stampi
In un tegame scaldare un cucchiaio di olio e 30 gr di burro e insaporirvi lo scalogno tritato; unire il cavolo nero, salare, pepare e lasciarlo sul fuoco giusto il tempo per far evaporare ogni traccia di umidità. Passarlo al mixer e ridurlo in purè. Preparare la besciamella come di solito con gli ingredienti indicati e insaporirla con un pizzico di noce moscata.
Incorporare alla besciamella il purè di cavolo nero, le uova leggermente sbattute, due cucchiai di formaggio grattugiato e amalgamare bene il tutto. Imburrare 4 stampini monoporzione (ottimi quelli di stagnola, spolverarli con del pangrattato e suddividere il composto. Cuocere a bagnomaria in forno preriscaldato a 180° per 30/35 minuti. Sformare gli stampini e servirli accompagnandoli con qualche cucchiaiata di fonduta o con un purè di fagioli cannellini e un filo di ottimo olio d'oliva (e pepe nero macinato al momento).
*per ottenere quei 250g sono partita da quasi 1kg di prodotto a crudo.
sabato 17 gennaio 2009
Dolce morbido di pere e nocciole
Dopo le tre infornate di panettoni, mi sono ritrovata con una dose di albumi spropositata...e siccome di buttarli non c'era verso, li ho porzionati e congelati per tempi migliori...finchè l'altro giorno, sfogliando il cataloghino di Emile Henry, in ultima pagina mi sono imbattuta in questa ricetta.
In realtà si trattava di dolce con mandorle (e non con nocciole) e con molti meno albumi, ma siccome sono sborona, ho deciso di caricarla un po' di più.
Bè, veramente buona. Immaginate una sorta di "brutto ma buono" un po' più morbido, con l'aggiunta del burro e delle pere...
Dolce morbido di pere e nocciole
70g farina
125g zucchero a velo
55g zucchero semolato + un cucchiaio
100g nocciole in polvere
150g burro
6 albumi
4 pere tagliate a fettine sottili (con la buccia)
Setacciare insieme la farina e lo zucchero a velo. Aggiungere lo zucchero normale e la farina di nocciole.
Nel frattempo fondere il burro in padella e farvi rosolare le pere per 5 minuti con un cucchiaio di zucchero.
Scolare le pere dal burro e riporle in un piatto.
Recuperare il burro e aggiungerlo al composto di farina, zucchero, nocciole.
Mescolare bene.
Montare gli albumi a neve e incorporarli delicatamente al resto del composto.
Imburrare ed infarinare uno stampo, versarvi i 2/3 del composto, le pere (tranne qualche fettina per la decorazione), il restante 1/3 di composto e decorarne la superficie a piacere.
Infornare a 180 gradi per 35-40 minuti.
giovedì 15 gennaio 2009
Un omaggio ai Calicanti...
...ovvero a Maite, Marie e al fotografo, geniali artefici del mio blog preferito.
In loro c'è passione (quella innanzitutto), cura, eleganza, equilibrio, innovazione (non fine a se stessa, ma sempre studiata, vissuta, testata, somatizzata), poesia, sapore, gusto...insomma, io li adoro!
Questo semplice bocconcino dall'aspetto natalizio mi è stato ispirato da loro e dedicarglielo direi che sia proprio il minimo.
Ho recuperato il classico abbinamento broccolo-uvetta-pinoli, tipico della cucina siciliana, rinfrescato da una buona crema di robiola e ingolosito dall'involucro di pasta sfoglia.
Cestini di broccolo romanesco con uvetta e pinoli
una confezione di pasta sfoglia
broccolo romanesco
uvetta (1 chicco a porzione)
pinoli (3 a porzione)
robiola
latte
Mettere l'uvetta in ammollo in acqua tiepida.
Tagliare la pasta sfoglia con un coppapasta a forma di fiore e adagiarlo all'interno di uno stampo per muffin ricoperto di carta forno. Bucherellarne la superficie e procedere allo stesso modo con i seguenti. Infornare per 7-8 minuti a 180 gradi.
Nel frattempo, sbollentare il broccolo in acqua bollente salata per qualche minuto (io ci aggiungo sempre una foglia di alloro perchè, secondo me, riduce un po' gli odori).
Lavorare la robiola con qualche cucchiaio di latte finchè diventa una crema piuttosto morbida.
Una volta cotti i gusci, lasciarli intiepidire e riempirli con la crema di robiola, 3 pinoli tagliuzzati per cestino, un acino di uvetta tagliuzzato e una punta di broccolo.
Servire.
martedì 13 gennaio 2009
Millefoglie di arance e olive nere
Questa ricetta credo non rappresenti niente di nuovo per nessuno. Combinazioni varie tra finocchio, olive, sedano e arancia credo l'abbiamo provate un po' tutti.
Era la presentazione che mancava. A volte basta così poco per rendere un piatto accattivante...eppure a quel "poco" spesso non ci si arriva.
Per quanto mi riguarda, la costruzione 'a torretta' è nata sfogliando l'ultimo numero di Elle à table, dove ho trovato una versione di questa insalata con il pompelmo rosa. Niente di più semplice.
A dire il vero, ve ne volevo proporre una declinazione col cedro, ma dato che a QUALCUNO non è piaciuta, mi limito a tornare sui miei passi.
Inutile dire che per la riuscita del piatto gli ingredienti devono essere di eccellente qualità (mi riferisco soprattutto alle olive).
Millefoglie di arance e olive nere
per 1 porzione
1 arancia
una decina di olive nere
un filo d'olio
Pelare l'arancia a vivo e tagliarla a "rondelle" in senso longitudinale. Privare le olive del nocciolo e tagliuzzarle grossolanamente.
Comporre il piatto alternando uno strato di arancia ad uno di olive e terminare con un filo d'olio d'oliva (il sale, a mio avviso, non serve, ma dipende da quanto sono saporite le olive).
Questa ricetta partecipa alla raccolta di Susina, strega del tè.
e al concorso di Lisa e Giovanna Ci piace un sUcco!
lunedì 12 gennaio 2009
Tartufòn!
I tartufi sono una delle ricette più usate & abusate di tutta la rete. E ci credo. Sono facili, veloci e di ottima resa.
Era da un po' che mi ci volevo cimentare pure io, così ho colto un invito a cena come occasione per sperimentare questa bella ricetta.
Nella trama ho seguito le indicazioni di Kja, con qualche piccola variazione.
Tartufi al cardamomo bianco
per 40 tartufi
200g panna
250g cioccolato tritato
40g burro
50g cacao
1 capsula cardamomo bianco
Prelevate i semi dalle capsula di cardamomo, schiacciateli e uniteli alla panna. Fatela scaldare a fuoco dolce e quando sobbolle, spegnete. Versatela, attraverso un colino, sul cioccolato tritato finemente e mescolate bene fino ad ottenere una crema liscia, unite quindi il burro a pezzettini e mescolate ancora. Mettete il recipiente in frigorifero a raffreddare qualche ora, volendo anche tutta la notte. Quando il composto è sodo ma malleabile con due cucchiaini formate delle piccole quenelle di ganache, rotolatele nel cacao, quindi mettete del cacao sui palmi della mano, e rotolando delicatamente le quenelle tra i palmi dategli la forma di una pallina. Conservateli in frigorifero ma serviteli a temperatura ambiente per apprezzarne la consistenza.
venerdì 9 gennaio 2009
Risottino con amaretto e mandarino
Questo risotto era nato come il tentativo di riproduzione del famoso piatto dello chef delle Calandre denominato, appunto, "Risotto con mandarino, amaretto e zafferano".
Ne avevo parlato a lungo con Alex e lei, prima di me, ne aveva provata una gustosa versione (qui il suo bel risultato).
Così ci ho provato anch'io, peccato che mi sia ritrovata in casa solo uno zafferano nuovo, di origine iraniana, che mi hanno portato i miei dai paesi arabi...e che non sapeva assolutamente di nulla! Così ne è uscito un risottino solo con i primi due ingredienti che, a mio gusto, non era niente male.
Anzi, a dirla tutta, io lo zafferano qui dentro proprio non ce lo vedo!
Risottino con amaretto e mandarino
Come base sono partita da un risotto alla parmigiana e ho utilizzato in proporzione un amaretto e un mandarino (il succo e la scorza) a persona.
Dunque, come dicevo, ho proceduto come un risotto normale, solo che ho sfumato col succo di mandarino invece che col vino e ho aggiunto la scorza alla fine, nel completamento del piatto.
Per l'amaretto, invece, ne ho messi 2/3 a metà cottura e l'ultimo terzo sopra per terminare il piatto.
Ho usato brodo vegetale leggero e mantecato con burro e parmigiano.
P.S.: Tengo anch'io a segnalare il gran lavoro di Staximo che ha tradotto il "prontuario del buon fotografo" pubblicato in inglese da Helen nel suo bel blog! Grazie, c'è davvero tanto da imparare!
giovedì 8 gennaio 2009
La pizza rossa di Paoletta
Sì, avete capito bene, ho detto Paoletta! Quindi questa ricetta si commenta da sè!
Che dire? Se non l'avete ancora provata e siete stanchi di pranzi pompeiani, dateci dentro perchè è proprio buona!
Riporto la ricetta con qualche commento tra parentesi...
Grazie Paoletta!
La pizza rossa senza impasto di Paoletta
400 gr di farina 0 (io ho usato la 0 della coop)
300 ml di acqua (per me 280)
16 gr di olio (2 cucchiai)
8 gr di fiocchi di patate (1 cucchiaio) quelli per il purè istantaneo* (omessi)
5 gr di sale (1 cucchiaino)
5 gr di malto, in mancanza miele o zucchero (1 cucchiaino raso)
10 gr di lievito (7-8g di lievito)
pomodori pelati spezzettati
olio evo
sale
origano
mozzarella
* A mio parere meglio usare i fiocchi di patate, ma se li volete omettere, togliete 20 ml. di acqua dal totale.
Procedimento:
Mettere la farina, i fiocchi di patate, il sale, tutto in una grossa ciotola.
Versare tutta l'acqua, dove si è precedentemente fatto sciogliere per 10' il lievito e il malto e subito l'olio. Mescolare velocemente, giusto il tempo per far amalgamare tra loro gli ingredienti.
Coprire con un sacchetto di nylon o con pellicola e mettere in frigo a 4°per circa 20/24h (ultimo ripiano del frigo).
In pratica è possibile impastare la sera prima, anche dopo cena, per averla pronta la sera successiva (io ho impastato alle 17).
Il giorno successivo tirar fuori l'impasto dal frigo verso le 17,30 e lasciarlo a temperatura ambiente per 2 ore.
Dopodichè rovesciarlo sulla spianatoia ben spolverata di farina di grano duro (per me farina semplice), spezzare in due e dare ad ogni pezzo le pieghe di Adriano quelle del primo tipo.
Lasciar riposare coperto con un panno umido per circa 20 minuti.
Ungere (e infarinare) due teglie rettangolari di circa 25 x 30 cm. o 2 teglie tonde di 35 cm. di diametro e stendervi l'impasto, vedrete come questo si stenderà a meraviglia sotto le vostre mani! (io ho usato una unica teglia da 36x32)
Condite a piacere (col pomodoro) e lasciar riposare ancora mentre il forno raggiunge la massima temperatura. Dopodichè infornate (all'ultimo ripiano in basso) a 250° (ventilato).
(Ho cotto per 8 minuti, poi ho estratto la pizza, l'ho condita con la mozzarella tagliata a fettine sottile e l'ho rinfornata per altri 4 minuti).
domenica 4 gennaio 2009
Arrosto di maiale con prugne e spinaci
Questa è sempre stata una delle mie ricette preferite tra quelle che giravano per casa.
L'ho imparata tramite l'osservazione e ve la riporto con tutta l'approssimazione del caso.
Non vi arrabbiate...
Ovviamente è il mio cavallo di battaglia soprattutto nei periodi festivi in cui ci si concede qualche vizio in più...quindi, se avete ancora la forza di mangiare (...), provatela!
Arrosto di maiale con prugne e spinaci
Arista di maiale
spinaci
prugne secche
latte
vino bianco
aglio, olio, sale e pepe
Prendere un'arista, tagliarla al centro (o in 2 a libro) e salarla/peparla. Creare un letto di spinaci (precedentemente passati in padella), adagiarvi sopra delle prugne secche e legare il pezzo di carne con spago da cucina, con corde di silicone o con stuzzicadenti in caso di disperazione. Mettere a scaldare due cucchiai d'olio e uno spicchio d'aglio in padella/pentola, far rosolare l'arrosto da tutte le parti per qualche minuto e sfumare con un bicchiere di vino bianco fino ad evaporazione. Aggiungere 2 bicchieri di latte caldo, una decina di prugne secche, coprire e far cuocere rigirando di tanto in tanto per una ventina di minuti (ma il tempo dipende dal pezzo! Questo vale per un pezzo abb. piccolo, per 4 persone).
Una volta cotto, recuperare le prugne sparse in padella, un po' di sughino di cottura e frullare il tutto con un po' di latte. Servire l'arrosto con la sua salsa.
P.S. Oggi, decennale della morte di De Andrè, vi lascio anche un piccola colonna sonora (quella che sto ascoltando proprio ora).
P.P.S. In realtà avrei voluto SCEGLIERE una canzone, ma scegliere una canzone di De Andrè è praticamente impossibile. Così, tra mille rimorsi, vi ho messo proprio quella che passava in questo momento.
venerdì 2 gennaio 2009
Cestini con cotechino e lenticchie
Benvenuto 2009, dunque!
Il 2008 si è chiuso più che degnamente con una bella cenetta a casa a lume di candela (data la mia situazione stampellotica, l'idea di andare in montagna è stata subito bocciata). Come sempre, mi sono divertita ad imbastire la cena e i bocconcini che vi propongo oggi, sono stati il nostro antipastino.
Non volevo farci mancare i principali simboli della tradizione, ma altresì non mi andava di proporre una cena "pesante", così ho cercato di ridurre/rivisitare alcuni degli alimenti tipici del cenone...ed è così che cotechino&lenticchie, da pesante secondo, sono diventati un simpatico finger food.
Spero che questa ricettina vi possa far comodo per tirar su un po' di avanzi!
Cestini con cotechino e lenticchie
una confezione di pasta sfoglia o brisèe
un piccolo cotechino
lenticchie di Castelluccio
Cuocere il cotechino come da istruzioni, farlo raffreddare, tagliarlo a fette e copparlo con un coppapasta tondo molto piccolo.
Cuocere le lenticchie alla maniera che preferite e farle intiepidire.
Coppare la pasta sfoglia/brisèe con un coppapasta tondo, inserire il ritaglio dentro uno stampino per muffin e bucherellarne il fondo con una forchetta.
Procedere fino ad esaurimento della pasta sfoglia/brisèe.
Riporre gli stampini in frigo per qualche minuto intanto che il forno giunge a temperatura.
Cuocere per 8 munuti a 180 gradi.
Far intiepidire i gusci, riempirli di lenticchie e terminare col cotechino (questa operazione va fatta in ultimo per evitare l'inumidirsi della pasta!).
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