Eccomi giunta al primo giro di boa.
In realtà non volevo scrivere niente in merito (non amo molto i festeggiamenti per bloggeanni o cose del genere). Poi ho cambiato idea e ho stilato pagine e pagine di annotazioni su quello che è stato e su quello che mi aspettavo che fosse. E infine ho deciso di cancellarli. Di tutto questo, vi lascio una cosa sola: il perché del nome spilucchino.
Quando ancora covava in me l’idea di aprire questo piccolo spazio virtuale, avevo già ben chiaro come l’avrei chiamato.
Spilucchino (o spelucchino) è il coltello curvo che mi è stato regalato da una cara amica ristoratrice qualche anno fa e con il quale ritengo di aver ricevuto il mio “battesimo” culinario. Da quel momento in poi, è stato un crescendo continuo di interesse, passione e voglia di fare.
Ma spilucchino si rifà anche al verbo ‘piluccare’ o ‘spiluccare’, che può indicare, in senso lato, il gesto di cogliere ciò che più ci piace dagli altri e farlo proprio.
E siccome in questo anno, da voi, ho colto davvero molto, sia dal punto di vista strettamente culinario, che da quello umano, mi sento in dovere di ringraziarvi per l’affetto e la stima dimostratami e che spero, almeno in parte, di essere riuscita a ricambiare.
Vi ringrazio, dunque, nella speranza che il nuovo anno sia ancora più ricco di confronti costruttivi e di crescita reciproca.
Virginia