lunedì 24 ottobre 2011

Pappe.

In questi giorni le mie attenzioni sono state rivolte alla preparazione delle prime pappe di Chiara. In genere la prima pappa è composta da un brodo di verdura, qualche cucchiaio di crema di cereali (le prime, di solito, senza glutine), un filo d’olio e un cucchiaino di grana.
Ora, sorvoliamo sul fatto che ho impiegato più di mezz’ora per riuscire a scegliere una misera carota e una banale zucchina, girandole e rimirandole neanche dovessi far da mangiare a Gualtiero Marchesi (beh, che poi non sarebbe nemmeno tanto difficile dato che il Maestro oggi dovrebbe accontentarsi di un panino…).
Ho scelto delle verdure normali, non biologiche e questo un po’ perché al biologico credo fino ad un certo punto e un po’ perché la scelta bio mi fa sentire come se chiudessi mia figlia sotto una campana di vetro, perfettamente sterilizzata e completamente avulsa dal mondo -in questo caso, della tavola- reale.
Questo per dire che non sono una di quelle mamme ipocondriache che crede ciecamente nel biologico né tantomeno una di quelle new age con il ciuccio sempre perfettamente sterilizzato e via dicendo. Penso al contrario che un po’ di “schifezzine” quotidiane aiutino la formazione degli anticorpi rafforzando la salute di mia figlia.

Ma torniamo a noi…
Dopo l’impresa della selezione delle verdure è arrivato il momento di scegliere quale crema di riso acquistare. Con una certa serenità mi sono avvicinata allo scaffale preposto e ho iniziato a vivisezionare le varie offerte tramite l’analisi dell’etichetta riportante gli ingredienti.
Qui con grande stupore ho scoperto che la maggior parte dei prodotti delle marche più note dichiara tra gli ingredienti la presenza di AROMI e/o VANILLINA. Come è noto, quando il termine “aromi” non è accompagnato da alcuna specifica (es. “naturali”) significa che si tratta di aromi di sintesi ottenuti, con l’aiuto della chimica, in laboratorio. La vanillina è uno di questi. Giusto per intendersi, la vanillina è una sostanza ottenuta nel migliore dei casi da un sottoprodotto dell’industria della lavorazione del legno (lignina), nel peggiore è figlia dell’industria petrolchimica (vedi Bressanini).
Ed è innanzi a questo panorama che mi fa sorridere l’attenzione (peraltro molto soggettiva) dedicata dai pediatri all’introduzione graduale dei vari cibi nello svezzamento onde evitare di coltivare terreni fertili per allergie/intolleranze (guai a proporre un pomodoro prima del nono mese o il latte prima dell’anno!!!) senza pensare a quali conseguenze potrebbero avere queste sostanze sull’organismo del bambino.

Ma al di là dell’aspetto salutistico della questione, tengo a soffermarmi su quello educativo. Che tipo di curiosità/senso critico volete che possano stimolare dei cibi omologati nel sapore? Come si può formare il senso del gusto quando i prodotti assaporati sono tutti appiattiti al dolce della vanillina (o chi per essa)?
Non sono qui a fare una crociata anticapitalistica, né voglio cadere in un discorso superficiale e paternalistico. Dico solo che si può scegliere e, con un po’ di attenzione, si può anche scegliere bene.

Insomma, oggi più di prima ho imparato a perdere tempo davanti alle etichette dei prodotti che compro. E voi?

35 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao virginia,
ho un bimbo di 8anni, a cui non do sempre verdure biologiche..anzi.. non ho mai avuto quel tipo di fissazione.. Tuttavia due anni fa intervistai a lungo un produttore molto serio di formaggi e latte biologici che mi spiegò molto bene i valori max di tolleranza di alcuni elementi presenti negli alimenti (banalmente il latte delle centrali..). Ebbene tali valori sono a norma di legge per gli adulti, ma non per i bambini al di sotto dei due anni... Quindi.. se ora avessi un figlio di quell'età non avrei dubbi e gli darei tutto biologico, ma proprio tutto!

rosa ha detto...

leggere le etichette è una delle mie passioni! non ti dico la faccia dei commessi quando leggo anche quelle dei cosmetici :-)

Vicky ha detto...

Il mio quasi settemesenne è ancora alle creme di riso e mais, ancora senza glutine, senza pomodoro, senza legumi. Ma con "aromi"...

Gaia ha detto...

Ciao Wiggi!
Io sono una che se non conosco il prodotto (traduci: se non ho gia' perso 5 minuti per leggere l'etichetta una volta precedente), a fare la spesa ci metto una vita, soffermandomi sugli ingredienti, la marca, e ogni ulteriore informazione utile.
Leggo addirittura da dove arriva il pesce, quando lo prendo surgelato, ma non sono ancora arrivata ad avere in mente la dislocazione geografica delle varie zone FAO di cattura.. Tanto per farti capire a che livello sono!

Tuttavia, non sono pienamente d'accordo con te sul bio, anche se devo dire che la certificazione non garantisce l'onestà del produttore,.
Per questo, mi rifornisco con il G.A.S.: un modo per vedere negli occhi chi produce quello di cui ti nutri.

un caro abbraccio
e un bacino a Chiara!



Ps. ti mandai una mail, una decina di giorni fa...

Anonimo ha detto...

...esattamente l'altro giorno ho perso anch'io un sacco di tempo per la lettura delle etichette delle farine per le pappe di riso ecc.. alla voce "aromi" sono sinceramente rimasta "sconvolta". e la mia pediatra che è fissata con la roba biologica (per i valori max di tolleranza che sono a norma di legge per gli adulti, ma non per i bambini) riguardo alle farine e agli omogeneizzati non fà una piega e anzi sponsorizza proprio quelli! Bho....

Saretta ha detto...

Io non ho bambini ma sono anni che perdo tempo leggendo le etichette.Un avolta x curiosità transitavo nel reparto omogeneizzati&co e mi sono scandalizzata leggendo le etichette di alcuni.Ma come puoi dare ad esserini così piccoli certe schifezze, spacciandole x cose genuine?!Ma io non so...
Bacini

Virginia ha detto...

Tutti, grazie per le vostre opinioni/esperienze che vedo essere state molto simili alle mie...

Gaia, al biologico credo fino ad un certo punto. Come dici tu, la conoscenza del produttore è importante. Quello che voglio dire è che per me se una cosa è bio, va bene, ma se non lo è non sto a piantarmi otto coltelli nel cuore...
Per la mail hai ragioneeeeeeeeeeee (sono una incasinatissima cafona)!

Arianna ha detto...

Ciao Virgi, mi permetto un piccolo pensiero sul discorso biologico legato proprio alle nostre future generazioni. Purtroppo in Italia pensiamo solo al fatto che il biologico sia meglio perchè ci fa inghiottire meno schifezze, ma non riflettiamo abbastanza sul fatto che la produzione agricola biologica sia l'unica sostenibile per il nostro pianeta e quindi per il futuro dei nostri figli. La scelta del bio non deve essere solo guidata da più salute nel piatto ma anche nell'aria, nell'acqua che lasceremo in eredità. un abbraccio a te e a Chiara!

Konstantina ha detto...

Ciao Virginia!
Hai mai pensato al baby-led-weaning (autosvezzamento in italiano)? Leonardo ora ha quasi 11 mesi e non gli ho mai dato pappette, cremine ecc. Ha da subito (da 6 mesi) mangiato quello che mangiavamo noi (ovviamente con delle eccezioni tipo braciole ecc.:)) anche se ieri ha assaggiato le costicine:D). Ha da subito imparato i diversi gusti, le diverse consistenze ed il momento della pappa è sempre stato divertente per lui. Un po' meno divertente per me che poi dovevo pulire tutta la cucina, ma secondo me ne vale veramente la pena.

Giovanna ha detto...

Fare i genitori deve essere una cosa veramente dura, non ho figli ancora ma in linea di massima vorrei diventare una mamma come Virginia niente manie o esagerazioni...ma leggendo tutti i commenti mi rendo conto che sarà molto difficile fare le scelte giuste e da quello che vedo i pediatri non sono di grande aiuto ;) in bocca al lupo a tutte ;) Ciao Virginia.

Edda ha detto...

Carissima Virginia, intanto è un piacere leggerti, affronti tutto con intelligenza e ironia :-)
D'istinto in genere andrei contro i dogmi e le crociate (spesso soggettive e che cambiano nel tempo) mi affiderei al buon senso e alla varietà, per spalmare i rischi ;-). Intanto si cerca di dare il meglio, il prodotto buono che si conosce non necessariamente bio (che non è per forza garanzia di sano e buono, se non ci sono i pesticidi (il che non è neanche sicuro per via dei vicini ;-) ci possono essere delle muffe...). Insomma niente è bianco o nero.
Mi sa che non ti ho aiutato molto ma sono sicura che farai benissimo e poi un mondo perfetto non esiste e sarebbe anche noioso. Un abbraccio forte forte

Unknown ha detto...

Le etichette sono moooooooolto importanti! Come dice l'anonimo sopra, i livelli di tolleranza posti nelle etichette valgono per gli adulti e non sempre per i bambini.
Un bacio! :)

FrancescaV ha detto...

in questo ultimo anno mi sono soffermata con più attenzione sulle etichette. Le leggevo anche prima ma diciamo che da qualche tempo lo spirito critico e indagatore è più cosciente. E più leggi e più ti interroghi, più comprendi cosa stai acquistando per la tua tavola.

alessandra ha detto...

ti parlo di uno svezzamento avvenuto 16 anni fa, ma siccome carola è figlia di allergici- e di una madre allergica ai pesticidi,oltretutto- abbiamo dovuto svezzarla con un'attenzione quasi parossistica a quello che ingeriva. Ci eravamo rivolti a un neonatologo esperto in alimentazione e meravigliosamente senza fronzoli, che non ha mai permesso che Carola si avvicinasse a prodotti industriali. Non un omogeneizzato, non una crema di riso, nulla che fosse in scatola o sottovetro, ma tutto fatto in casa,partendo da prodotti comprati dai nostri negozianti di fiducia. Mi ricordo che il giorno in cui ha compiuto otto mesi, avrebbe dovuto introdurre il pomodoro e il medico aveva prescritto la pizza. Io avevo strabuzzato gli occhi (dottore, siamo matti, la pizza?) e lui mi aveva risposto: signora, farina, acqua, poco lievito e poco sale e pomodoro. Cos'altro ci mette, lei, nella pizza?.E, in effetti, non solo era sopravvissuta, ma aveva anche ampiamente gradito. Di quello che penso del biologico, ho scritto giusto due righe stamattina e vedo che siamo perfettamente sintonizzate. Ah, dimenticavo: mia figlia ha sviluppato le sue inevitabili allergie molto tardi, quando ormai era pienamente in grado di gestirle (azzardo la prima o la seconda media- e solo allergie respiratorie). Non ha mai avuto problemi di peso,nè di gonfiore, nulla. L'unica controindicazione? non ha mai voluto mangiare i cibi precotti alla mensa scolastica. Ma a questo punto, sarebbe stato assurdo il contrario :-)
buona serata
ale

Ska ha detto...

Volevo proprio proporti come Konstantina l'autosvezzamento! Il mio Nano ha 13 mesi e da quando aveva sei mesi ha mangiato subito tutto quello che mangiamo noi, prima sminuzzato e poi via via a pezzi sempre più grandi! Mai comprato un omogeneizzato & co. Ho un campione di crema di riso mai utilizzato...
A noi ha dato tantissime soddisfazioni!
se hai bisogno di info scrivimi. Il "guru" dell'autosvezzamento è Lucio Piermarini, pediatra fiorentino, il suo libro si chiama "io mi svezzo da solo".
;)

pirillinca ha detto...

Virginia, qui, come ovunque nel campo "gravidanza e crescita dei figli", si va avanti a TEORIE.
Mi fa ridere quando trovo persone un po' troppo fissate e che prendono per oro colato quel che dice il loro pediatra... una mia conoscente inorridisce ogni volta che le racconto del tipo di svezzamento che la mia pediatra fa seguire a mia figlia... miele a 7 mesi, tuorlo d'uovo a 8... ma siamo matti??
Per quanto riguarda il biologico sono più o meno d'accordo con te : ) Cerco di acquistare BIO se c'è, ma se non c'è la bambina la dovrò pur nutrire, o no?? ; )
La carne la prendo da un buon macellaio, le uova me le porta mio padre fresche dalle sue galline e spesso mi porta anche le verdure del suo orto. Mi dispiace solo per il pesce perché lo vorrei prendere fresco, ma non trovo quasi mai quello che, secondo la pediatra, potrebbe mangiare ora...
Per quanto riguarda gli assaggi dai nostri piatti, ho deciso che è ora di farla assaggiare (anche se per ora non pare richiedere)!

Alessia ha detto...

Beh è una splendida ragione per essere più consapevoli di quello che mettiamo nel carrello. Io soffro di questa sindrome onanistica della lettura completa delle etichette da anni, ma non ho figli. Temo che se mai ne avrò il disturbo peggiorerà irrimediabilmente..

Anonimo ha detto...

Ciao Virginia, ho un bimbo di 5 mesi e mezzo e anch'io ho cominciato da poco lo svezzamento e come te mi sono chiesta che cosa comprare. Ho letto le etichette e alla fine ho deciso per crema di riso e di mais e tapioca dell'esselunga bio e non perché sono bio, ma perché la lista degli ingredienti è la più breve. Le marche più note sono arricchite con le cose più disparate: dalle vitamine agli zuccheri. Per la frutta anche peggio. Io tendo a grattuggiare la mela o la pera comprata al mercato (non bio, ma più saporita di quella del super), ma per comodità, per viaggiare ho cercato degli omogeneizzati. Beh ho trovato solo quello della Mio che conteneva praticamente solo frutta. Anche quelli biologici avevano dentro del riso (e che c'entra con la frutta?). Alla fine ho comprato quelle confezioni di frutta cotta "da adulti" che contiene veramente solo frutta e Giorgio l'ha gradita molto di più di quella della Mio... Per me gli alimenti per l'infanzia sono solo un grande business, meglio alimentarli con le cose sane che mangiamo anche noi. Io non sono molto per l'autosvezzamento, ma di certo cerco di fargli delle pappe varie e variamente saporite (per esempio a volte alla pera grattuggiata aggiungo la cannella, o vario le verdure con cui fare il brodo) e qualche volta gli faccio assaggiare quello che mangiamo noi (il caco, l'uva etc). Prossima settimana comincio con la carne e qui sono veramente un pò indecisa....
Ma qualche ricettina "da pappa" non ce la proponi?
Buone pappe, allora
Micaela

Unknown ha detto...

hai ragione, se uno si mette a leggere tutte le etichette dei cibi, è finito. Per la verdure nemmeno io mi sono data al bio, ma per le creme di cerelai sì! sono le uniche dove non ho trovato schifezze nascoste tra gli ingredienti.

La Panificatrice Folle ha detto...

Io sono del tipo che legge tutte le etichette e non solo...negli anni ho insegnato a leggerle anche ai miei due figli che, ormai, decidono in modo autonomo se qualche articolo al supermercato merita di rimanere sugli scaffali.
Non sono una patia del bio, cerco di scegliere piuttosto prodotti locali e di stagione in modo che siano il più etici possibile.
Il mio motto preferito in cucina è: poco ma buono! Preferisco cose di qualità, dalla farina alla pasta, dal burro al latte...
Qualche volta però, qualche "schifezza" la proviamo pure noi...cerco di essere troppo rigida.
Buona pappa a Chiara!

La Panificatrice Folle ha detto...

Naturalmente: cerco di NON essere troppo rigida...

roberta cobrizo ha detto...

Virginia cara,
moltissime si dilettano a produrre il pane, pasta e dolci in casa, ma perchè ad es. non pensare di produrre le creme di cereali in maniera naturale?
partendo però dal chicco intero (che conserva tutta l'energia vitale) integrale e rigorosamente bio (altrimenti nel tegumento esterno ci si deposita tutto e di più), non sfarinandolo, ma cuocendolo molto e poi passandolo, prima con il passaverdura e poi una garza, per la primissima fase, in cui è importante non ci siano troppe fibre.
io mi preparavo una miscela di riso, avena e orzo (in rapporto 2.1.1) e la diluivo molto alla fine sempre col brodo vegetale.
ci vuole una pazienza infinita nel rispettare i tempi di evoluzione del sistema digestivo, intestinale e immunitario di un bambino in fase di slattamento. oggi invece mi pare ci sia una gran fretta nel saltare molti passaggi, illudendosi che la curiosità faccia di ogni bambino un minigourmet.
certo non ha senso farlo crescere sotto una campana di vetro ed essere fobicamente fissati, ma per me è valso il pensiero che i primi mattoni vanno costruiti bene e di buona qualità, proprio per sopportare anche le (inevitabili) schifezze future.
Buona crescita! :-)

p.s.: se qualcuno se lo fosse perso, lascio un link che ho trovato molto interessante, a proposito di aromi:
http://youtu.be/XBVVJnEjq0o

Anonimo ha detto...

Ciao,
anch'io ho seguito l'autosvezzamento per il mio bimbo che lunedì compie 1 anno. Quindi niente farine, omogenizzati e via dicendo. Mi sono trovata molto bene, il piccolo ha mostrato subito un interesse per tutto quello che c'era in tavola, e già dal sesto mese mangiava CON noi e COME noi (ovviamente per lui tutto era sminuzzato). Credo che per un bambino imparare a condividere con i genitori il momento del pasto sia un'esperienza molto interessante ed arricchente. Oltre al libro di Piermarini, già citato, ti consiglio di dare un'occhiata alla rivista UPPA (un pediatra per amico), scritta da pediatri con un buon senso critico.

Strawberryblonde ha detto...

io sono dell'idea che mio figlio debba farsi un po' di "sani" anticorpi...te lo dice una che nel primo anno di vita lo ha tenuto sotto una campana di vetro senza farlo ammalare mai una volta e scegliendo accuratamente tutti i cibi! ma ora che lo vedo all'asilo correre e giocare con le mani sporche di colori non penso più "Dove sono le salviette, devo subito lavargli le mani!". Comunque anche io come te sto attentissima a quello che mangia...finchè è sotto il mio controllo! Baci

sandrina ha detto...

ciao virginia, ti seguo da tanto in silenzio ma questo tuo post mi porta proprio a scriverti... in quanto mamma anch'io di un ometto di 4anni. ho difficoltà a concepire gli omogeneizzati, non capisco come possa conservarsi un cibo x bimbi anche un anno, la scelta del bio trovo sia totalmente soggettiva oltre che economica (di sti tempi fa la differenza anche 1€ in più al kg!!). io semplicemente facevo il mio passato di verdure tipo una volta alla settimana con quello che trovavo di stagione, mettevo nei vasetti monoporzione e congelavo il tutto per usarlo a casa o dai santi nonni.la frutta la grattuggiavo oppure facevo un frullato senza aggiungere nulla. trovo che al di là di tutto la cosa più importante sia trasmettere loro un sano e gioviale rapporto con il cibo, farli sentire sicuri di poter anche solo assaggiare qualcosa di nuovo o dalla consistenza diversa. da amante del cibo e dei sapori/odori quale sei sono sicura che anche la piccola chiara ne trarrà soddisfazione!

Valentina ha detto...

Ciao Virginia, io ho un bimbo di 7 mesi e mezzo.Già... io passo tre ore a leggere gòi ingredienti poi lascio tutto dov'è e dico"glielo faccio io in casa" tanto lui non vuole mangiare nulla e sta ancora attaccato solo alla tetta. Uso le farine della coop per fare le pappe, sono biologiche e non hanno schifezze. In bocca al lupo per lo svezzamento, ci vorrà tutta la tua pazienza! Baci

elena ha detto...

Non è una perdita di tempo, anzi è importante leggere le etichette..
A parte che gli alimenti per l'infanzia presentano una legislazione specifica europea che come Italia abbiamo recepito ormai da anni e quindi dovremmo fidarci...ma non si sa mai.
Da mamma ti dico leggi e scegli, (io faccio così). Da operatrice del settore alimentare ti dico di fidarti.
volevo avvisarti che ho riportato ancora l'olivotto del tuo papà ( e ho messo il link), mi piace troppo! Grazie e un bacio alla piccola!

Sara B ha detto...

io ci perdo le ooore davanti alle etichette ;)

Sigrid ha detto...

io invece penso che il biologico ha un senso, ma non il biologico del supermercato bensi quello del contadino, che spesso è volentieri è bio ante litteram, e spesso e volentieri il bollino bio non ce l'ha nemmeno... E non è tanto una questione di sostanze nocive o meno (anche, ma non illudiamoci, di sostanza nocive ce ne sono ovunque e già dalla pancia i bimbi ci sono esposti ecc, e lo saranno anche abbondantemente dopo che avremo finito di preparare le nostre amorevoli pappine) ma di... gusto :-) Non c'è proprio niente da fare, le cose dell'orto, proprio o del contadino piccolo, non hanno lo stesso sapore di quelle del super. E io questo voglio, da un lato che le mie verdure non siano pompate con schifezze ma sopratutto che la carota sappia di carota. Per dire. Ergo, compro 'bio', anzi, cmpro 'contadino'... Stesso disocorso per le cose pronte, per gli omogeneizzati e le creme ci sono due ben noti marchi bio che aggiungono poco o niente, contrariamente a quasi tutto ciò che si trova al supermercato e francamente a sapore sono più buoni... :) Toh, è quasi l'ora della frutta, buona papa a tutti! ;-))

cervello in pappa ha detto...

anch'io con Nina sono alle prese con uno svezzamento più naturale possibile che descrivo qui http://cervelloinpappa.blogspot.com/

il biologico va bene ma non è una mia fissa. tra biologico spagnolo e chilometro zero del contadino scelgo senza dubbio il secondo. Nina non ha mai mangiato un omogeneizzato ma se le nonne di nascosto le danno un biscotto della nota marca che inizia per P e finisce per N non ne faccio una tragedia. tra un po' andrà all'asilo e chissà lì cosa le rifileranno ma intanto a casa, per quanto è possibile, cerco di farle provare tutti i sapori fregandomene di tabelle di svezzamento e introduzione progressiva degli alimenti. questa è la mia esperienza e per ora sta funzionando alla grande.

Afrodita ha detto...

Sarà dovuto ad altro, ma mia figlia crescendo in un ambiente non troppo ovattato, non si ammala tanto spesso. Come dici tu una giusta dose di "schifezze" ci vuole. Come dicono certe nonne (non certo mia suocera però): è giusto che i bambini si facciano gli anticorpi. Cat

il ramaiolo ha detto...

Ecco cos'era quel retrogusto dolciastro... Ce ne siamo liberati finalmente!
Ciao! f

Bosina - La Mamma Bionica ha detto...

Virginia, è da tanto che manco dal "giro" dei blogger - la famiglia è impegnativa! - e non sapevo della bellissima notizia, per cui ti faccio mille congratulazioni di cuore.
Allora, premetto che con ben cinque figli all'attivo, di relativi svezzamenti ne ho provati di tutti i tipi. C'era chi mangiava qualsiasi crema di qualsiasi marca, chi sputava tutto, chi effettivamente si mostrava più ribelle ai gusti preconfezionati a preferiva "coprire" il sapore vanigliato (per certe creme veramente agghiacciante) con il gusto sapido del grana...
Al quinto figlio non sono stata più nemmeno ad avvertire il pediatra del momento in cui intendevo svezzare mio figlio. Ho fatto di testa mia e per la prima volta, giuro, ho vinto e stravinto la battaglia: Agostino non ha mai, dico mai rifiutato una pappa nemmeno nei primi assaggi.

Le creme a base di riso e di mais gliele ho sempre preparate io a partire dal riso di buona qualità e dalla polenta, che congelavo porzionata e poi scongelavo all'occorrenza e omogeneizzavo.

Senza sapori occulti e standardizzati, il mio Agostino ogni giorno mangiava le stesse cose che portavamo in tavola noi. Ovviamente le carni e le verdure cucinate in maniera plausibile, senza grassi, ma non per questo al vapore: spesso bollite, ricavando sempre il brodo con i loro succhi e utilizzandolo nelle pappe, e poi - cosa fondamentale - con le verdure di stagione, altro che carota zucchina patata... ma dai!

Un piccolo "assaggio" di come glieli preparavo tre anni fa - ma siccome ripeterò l'esperienza a marzo, ne riparlerò quanto prima ^^ - lo puoi trovare qui, a questa pagina del mio blog:

http://www.bosina.net/2009/03/omogeneizzati-e-svezzamento.html

Un grosso bacio e ancora tanti, tantissimi auguri.

medusafusa ha detto...

Mio figlio adesso ha 10 anni ed o impiegato molta cura nello svezzamento.Il brodo lo facevo con una verdura per volta, rigorosamente di stagione e coltivate da mio padre, integrandole di volta in volta.Più avanti ho introdotto le farine, biologiche si anche perchè contenevano solo ed esclusivamente farina (ricordo che di mais ne andava pazzo). Questo perchè ho seguito il principio secondo il quale ogni alimento è un qualcosa di diverso dal sè e quindi stimola il nostro sistema immunitario (credo proprio che il nostro bombardarlo continuamente, soprattutto nei primi mesi di vita predisponga ad allergie e non solo). Comunque parlando solo dell'aspetto del dietetico/culinario, mio figlio ha uno sviluppatissimo senso del gusto , ha addiruttura delle preferenze in fatto di acqua!
Leggiamo sempre le etichette e cerchiamo di comprare alimenti il meno possibile lavorati, questo sempre!!!!

A. ha detto...

assolutamente anch'io. sono alle prese con le prime pappe e come vedi sto navigando a caccia di info
baci baci
cristina
sofiscloset.blogspot.it